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Atrofia Mascellare? Evita innesti e piccoli e grandi rialzi del seno mascellare, se il tuo caso lo permette!

Problemi Di osso mascellare? Hai poco osso? Ti è stato detto che non puoi inserire gli impianti dentali a causa della tua atrofia mscellare? Ti è stato indicato, suggerito di sottoporsiad innesti d’osso? Rialzi del seno mascellare?

PRIMA DI DECIDERE: Hai mai sentito parlare di Alternativa agli innesti di osso mascellare? Alternativa al rialzo del seno mascellare?

Oggi puoi evitare sicuramente queste soluzioni paliative, dolorose, costose ed impegnative in termini di tempo.

ALCUNE ALTERNATIVE – CHE POTRESTI PRENDERE IN CONSIDERAZIONE DOPO UN’ATTENTA VISITA. Potresti rientrare in una di queste tecniche e tornare a sorridere evitando gli innesti, tramite carico immediato con denti fissi in 24h.

Approfondisci le tecniche alternative che si eseguono presso i nostri centri associati:

  1. Impianti dentali inclinati
  2. Impianti corti mini
  3. Impianti dentali pterigoidei
  4. Impianti dentali zigomatici
  5. Perdita d’osso?
  6. Osteointegrazione
  7. Articolo Atrofia mascellare

rialzo-seno-mascellare-dentista-castagnaro-711Per comprendere meglio la tecnica di rialzo del seno mascellare bisogna inquadrare l’importanza dei seni paranasali. Si tratta di cavità site all’interno delle ossa craniche, rivestite di mucosa e comunicanti con le narici attraverso dei piccoli fori, i cosiddetti osti.
In tutto i seni paranasali sono quattro:

• seno frontale;
seno sfenoidale;
• seno etmoidale;
seno mascellare.

Quest’ultimo è il più voluminoso e può andare incontro a diversi processi patologici, quasi tutti indicativi di un trattamento chirurgico finalizzato a compiere un innalzamento del seno mascellare.

rialzo-seno-mascellare-La sinusite non odontogena può arrecare un ispessimento mucoso del seno mascellare, visibile a un esame RX come aumentata radiopaticità della linea che delimita lo stesso pavimento mascellare. Anche una sinusite parodontale o dentale può indurre un effetto di reazione a catena periapicale dei denti adiacenti al seno mascellare.

Le lesioni cistiche esterne o intrinseche del seno possono indurre un’infezione dell’osso mandibolare, così come le poliposi o i traumi. Un trauma che coinvolge il seno mascellare può comportare la perforazione della membrana di Schneider (mucosa di rivestimento del seno), se ciò dovesse verificarsi, la chirurgia mascellare sarebbe di nuovo l’unica alternativa risolutiva e permanente.

I processi patologici che interessano quest’area comportano conseguenze serie anche per i denti, possono procurare atrofia mascellare, nonché una vera e propria infezione che interessa tutto o parte dell’osso mandibolare.
L’intervento di rialzo del seno mascellare consta di fasi capillari e imprescindibili finalizzate a risollevare correttamente tutto il pavimento mascellare. Grande attenzione viene posta anche alle tipologie di impianti, è fondamentale sottoporsi a interventi che prevedano un innesto con materiale biocompatibile per evitare rigetti e ulteriori complicanze o infezioni.

Per rialzare il seno mascellare bisogna aumentare il volume dell’osso relativo all’arcata superiore della bocca; ciò accade quando le condizioni anatomo-fisiologiche del paziente non consentono l’innesto tradizionale degli impianti. Per esempio se lo spazio tra tessuto osseo e potenziale impianto non si ritengano sufficienti, altrimenti si corre il rischio di un impianto non durevole e con diametro e lunghezza del tutto insufficienti.

Il rialzo del seno mascellare consiste in un ripristino effettivo dei volumi ossei, ancorando in modo stabile gli impianti attraverso materiali osteoconduttori.

Le tecniche disponibili sono diverse, anche perché l’implantologia odontoiatrica offre un ventaglio di opzioni chirurgiche da valutare caso per caso. Lo stesso posizionamento degli impianti viene considerato in modo diverso, secondo la gravità del caso specifico, ed è sempre tale da consentire un tempo di protesizzazione e di convalescenza ridotti.

Vi sono alcune controindicazioni all’esecuzione di questo intervento, come le sinusiti, le cisti, le lesioni periapicali e le neoplasie di vario tipo. Possono sottoporsi all’intervento, invece, anche i pazienti che presentano un ispessimento sulla mucosa del seno sinusale. Tale ispessimento può scatenarsi come esito cicatriziale fibrotico a precedenti reazioni periapicali dei siti dell’edentulo.

Applicazioni del rialzo del seno mascellare

In linea generale le applicazioni degli impianti richiedono un innesto osseo proprio alla base del seno mascellare, può trattarsi di un intervento bi-mascellare, se l’infezione o l’atrofia non ha lasciato indenne nulla. Oppure può trattarsi di un intervento mono-mascellare; di solito si procede delineando la finestra antrale con l’ausilio della tecnica chirurgica piezoelettrica. Questa finestra viene rivoltata direttamente nella cavità sinusale, stando attenti a non toccare la membrana di rivestimento interna. La cavità antrale si riempie con osso omologo, e questo è il momento in cui viene valutata l’ipotesi di collocare direttamente gli impianti.

Le applicazioni del rialzo del seno mascellare consistono comunque nell’innesto di impianti dentali osteointegrati in regione mascellare. L’implantologia dentale con poco osso determina non pochi problemi, a causa di una reale carenza dell’osso alveolare. Quando si perdono i denti proprio in prossimità di questo seno, si verifica una riduzione contemporanea e inarrestabile dello spessore osseo che delimita il seno mascellare.
Ciò rende complicata l’applicazione degli impianti protesici; è proprio in questi casi che s’interviene con le innovative tecniche ricostruttive di rialzo del seno mascellare. In questo modo si eviterà un’atrofia mascellare permanente e altri danni da essa derivanti. Le applicazioni possono peraltro interessare un intervento di grande rialzo del seno mascellare, decisamente più invasivo, o di piccolo rialzo che si occupa di sollevare il pavimento mascellare di pochi millimetri.

Per posizionare gli impianti osteointegrati si utilizzano degli osteotomi, grazie ai quali si praticano dei piccoli buchi per introdurre il materiale di riempimento. Si parlerà di osso eterologo, miscele o autologo.

Innesto osseo autologo

L’innesto osseo autologo viene considerato nei casi più gravi, ove la situazione presenta una scarsa quantità di osso sulla quale effettuare l’ancoraggio degli impianti. Si tratta di un prelievo di osso da un sito donatore dello stesso paziente, di solito si utilizza quello del mento, della parte montante mandibolare oppure siti non orali, come l’anca e la teca cranica.

È naturale che questo tipo di procedura chirurgica risulti invasiva per il paziente, sia per il protocollo operatorio, sia per i tempi di ripresa e convalescenza. Tuttavia un innesto osseo autologo perfettamente eseguito porta a un sollevamento idoneo del seno mascellare, e relativa ricostruzione ossea della gengiva e dei denti.

La degenza ospedaliera è obbligatoria, anche perché questo tipo di chirurgia mascellare si effettua in anestesia generale. È di fondamentale importanza affidarsi a chirurghi implantologi esperti nel sollevamento del seno con innesto osseo autologo.

Innesto osseo eterologo

In passato l’ancoraggio dell’innesto osseo all’interno del seno mascellare si effettuava solo tramite osso autologo. Oggi esistono, invece, diverse alternative atte a procedere con un innesto osseo eterologo.

Il termine eterologo indica un qualcosa non appartenente al paziente. L’innesto osseo eterologo deve comunque garantire la massima sicurezza, pertanto si parlerà di:
• innesto con osso sintetico per implantologia;
• innesto osseo con materiale bio-compatibile.

L’osso bovino viene impiegato comunemente, solo dopo essere stato deproteinizzato. Alle volte è utilizzato anche per impianti post estrazione. L’osso bovino si inserisce per riempire lo spazio esistente tra l’area alveolare, dove erano i denti prima di essere estratti, e l’impianto stesso.

Nella ricostruzione dell’osso mascellare e successivo sollevamento del seno, l’osso bovino si è mostrato un efficace materiale compatibile con il corpo umano. Una volta deproteinizzato riesce persino a prevenire il riassorbimento dell’alveolo, il quale se si verificasse, potrebbe causare un’alterazione morfologica della gengiva.

Tecniche di rialzo del seno mascellare

Le tecniche di rialzo del seno mascellare sono procedure chirurgiche varie e diversificate, secondo il caso specifico e secondo il chirurgo implantologo che esegue l’operazione.
Di certo prima di stabilire l’approccio chirurgico bisogna valutare le giuste metodiche radiografiche a disposizione, si hanno 4 possibilità diagnostico-valutative:
• radiografia occlusale (con inclinazione di 60 gradi)
ortopantomografia
• proiezione di Waters oppure posteroanteriore (con inclinazione di 15 gradi)
• Tac

Le tecniche più utilizzate per il rialzo del seno mascellare includono il grande rialzo del seno mascellare, il piccolo rialzo, detto anche tecnica di Summers e la split crest, ossia l’espansione ossea di tipo sagittale.

Il grande rialzo del seno mascellare è una procedura finalizzata ad aumentare il quantitativo disponibile di osso nella parte posteriore-superiore della mascella. Si effettua quando è ritenuto impossibile il buon esito di un impianto protesico a semplice ancoraggio implantare. Le cause risiedono nell’edentulismo con conseguente perdita dei denti, che richiede un innesto osseo, e nell’antro di Higmoro che risulta pneumatizzato.
Il sollevamento del pavimento mascellare ha visto l’introduzione delle tecniche chirurgiche piezoelettriche, molto apprezzate per la precisione che hanno in fase operativa.

Sia nel caso di utilizzo della tecnica piezoelettrica, sia nel caso si scelga la tecnica che si avvale di strumenti rotanti, bisognerà proteggere la membrana di Schneider. Questa non va lesa mentre gli inserti diamantati a media frequenza e potenza si occupano di erodere l’osso.
Un’altra delle procedure più in uso prevede di scollare la membrana di Schneider dal pavimento osseo con un inserto liscio a bassa potenza e a forma di cono rovesciato. Il risultato è sempre lo stesso: elevare la membrana di rivestimento della mucosa mascellare.

La tecnica monofasica si può effettuare qualora vi sia una cresta ossea di 56 millimetri residui.

La tecnica bifasica consiste, invece, in un preventivo riempimento dello spazio tra pavimento osseo del seno mascellare e membrana di Schneider risollevata. L’innesto osseo autologo in questi casi è altamente suggerito; tuttavia esperti chirurghi implantologi possono portare a compimento la procedura anche avvalendosi di innesto osseo eterologo purché con materiale bio-compatibile o un mix di osso autologo e materiale alloplastico e allogenico.

Le tecniche intervengono in modo mirato sull’ispessimento mucoso del seno mascellare e sulla stessa atrofia mascellare cercando di contenere le complicanze e i relativi rischi.

La tecnica di Summers ha introdotto l’impiego degli osteotomi con la punta concava; questo ha permesso agli stessi di intervenire direttamente sull’osso implantare e al contempo di sollevare il pavimento del seno mascellare. In sintesi si tratta di un accesso per via crestale.
Il rialzo del seno mascellare si può eseguire anche con Split Crest, questa tecnica chirurgica ritrova l’utilizzo degli apparecchi piezoelettrici.
Qualora le creste siano troppo sottili, la procedura ha inizio con la separazione delle due corticali mediante un particolare terminale a ultrasuoni. In seguito si provvede al taglio osteotomico grazie a bisturi Beaver.
Prima di inserire gli innesti, bisognerà rifinire tutta la zona implantare.

Percentuali di successo dell’intervento di rialzo del seno mascellare

Le percentuali di successo dell’intervento variano certamente in base a determinati fattori, alcuni di questi dipendono anche dal grado di atrofia mascellare sul quale si è dovuti intervenire e dalla tecnica utilizzata. C’è poi una fisiologica risposta del paziente, assolutamente soggettiva e non prevedibile al 100%.

Gli innesti ossei per il rialzo del seno mascellare inseriti nell’arcato superiore presentano un successo pari al 90% dopo 5 anni; pari all’85% dopo 10 anni.

Per gli impianti inseriti nell’arcata inferiore le percentuali si abbassano leggermente: 85% dopo 5 anni, e 80% dopo 10 anni.
Un potenziale insuccesso del sollevamento del seno mascellare non coincide necessariamente con la perdita totale dell’impianto. Può verificarsi in rari casi il mantenimento dell’impianto ma una contemporanea perdita ossea che provoca dolore, infiammazione e di nuovo un’infezione dell’osso mandibolare.

Nonostante i rischi legati a qualunque tipo di approccio chirurgico, le percentuali di successo sono da considerarsi, tutto sommato, alte.

Rialzo del seno mascellare: complicanze

Le complicanze dell’intervento di rialzo del seno mascellare sono da considerarsi sempre, al fine di essere pronti ed eliminarle come possibile alle prime manifestazioni. Non sono comuni, tuttavia plausibili, se si tiene conto che si tratta di procedure spesso complicate come nel caso del grande rialzo seno mascellare.

L’innesto autologo comporta una convalescenza più lunga ma meno rischi, mentre l’osso sintetico per implantolgia può presentare controindicazioni in alcuni soggetti.
Alcune complicanze post-operatorie si limitano a degenze più lunghe del previsto. I pazienti con quadri clinici patologici sono più esposti al rischio di contrarre infezioni; individui affetti da diabete, per esempio, guariscono più lentamente, e per coloro che hanno un sistema immunitario compromesso bisognerà prestare particolare attenzione post-chirurgica.

Oltre alle infezioni, alcuni effetti indesiderati possono riguardare:
• il sistema vascolare, con recisione dell’anastomosi tra arteria infraorbitaria e arteria alveolare;
• se si recide un vaso può esservi emorragia difficoltosa da gestire;
• un anomalo attecchimento dell’innesto provocato da recisione di uno o più vasi;
• una mancata o incompleta osteointegrazione degli innesti;
• complicanze anatomiche.

Per ridurre al minimo il rischio di complicanze a seguito di un rialzo del seno mascellare è utile attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal chirurgo implantologo operante. L’igiene orale post-intervento si ritiene di fondamentale importanza per il mantenimento dei benefici dati dal sollevamento del seno mascellare.

Un leggero sanguinamento è normale nei giorni successivi alla procedura, è sufficiente tamponare con una garza umida. Per i primi due giorni è bene mangiare cibo freddo e morbido, per i successivi cinque giorni attenersi a una dieta tiepida e semi-solida, in generale per almeno dieci giorni è vietata l’assunzione di qualunque alimento irritante.

Naturalmente non si dovrà fumare per non aumentare il rischio d’infezione nella zona operata e in tutto il cavo orale sottoposto a forte stress post-operatorio.

Non si dovranno praticare attività o sport che richiedano sforzi perché si correrebbe il rischio di far sanguinare le ferite. Fino a completa guarigione non ci si potrà neppure immergere per attività subacquee o altro. Se non espressamente indicato dal proprio chirurgo, non utilizzare scovolini o fili interdentali per almeno un mese, e tenere pulita la zona operata con colluttori specifici per 15 giorni.

Un leggero gonfiore e qualche ematoma o livido NON sono, invece, da considerarsi delle complicanze chirurgiche, bensì un normale processo di guarigione. Processo che avrà una durata di circa sei mesi totali, questo tempo serve affinché gli impianti possano ossificarsi del tutto nel pavimento mascellare risollevato.

È necessario sottoporsi scrupolosamente ai controlli in seguito al rialzo del seno mascellare: individuare prontamente le possibili complicanze è l’unico modo per affrontarle senza grosse problematiche.

Costi del rialzo del seno mascellare

Il rialzo del seno mascellare ha un prezzo variabile, per una valutazione effettiva e corretta è sempre consigliato prenotare una visita senza impegno ma che dia l’opportunità di comprendere a cosa si va incontro.
I fattori che influenzano i costi del sollevamento seno mascellare sono dati dalla clinica o sede d’implantologia odontoiatrica scelta, dal chirurgo e relativa equipe, dai materiali, dall’eventuale degenza e dalla tecnica utilizzata.

Il grande rialzo del seno mascellare ha costi che oscillano tra 600 € e 895 €. Il piccolo rialzo del seno mascellare ha un costo sensibilmente ridotto tra i 123 € e i 300 €.
A tutto ciò bisognerà preventivare la spesa di un intervento coadiuvante di prelievo osseo, appunto per l’innesto osseo autologo e relativa degenza in clinica di almeno una notte.

L’innesto osseo con materiale bio-compatibile ha un prezzo di Euro 295 circa, secondo le strutture e il materiale proposto.

Alcuni esempi sul rialzo del seno mascellare e i costi potenziali:
• rialzo seno mascellare con tecnica tradizionale: circa 850 Euro
• innesto osseo artificiale con 1 grammo di osso più una membrana: circa 450 €;
• materiale usato più blocco osseo: circa 2.900 €
• sollevamento seno mascellare con 1 grammo di materiale e una membrana: circa 1.300 €;
• grande rialzo del seno con innesto autologo, aumento di osso tramite prelievo osseo dall’anca e cuciture estetiche: circa 12.500 €.

La chirurgia mascellare si avvale di tecniche implantologiche molto avanzate e per una reale valutazione del preventivo specifico per la propria situazione, bisogna effettuare visita e consulto. Solo così sarà possibile venire a conoscenza dei costi precisi che comporta un rialzo del seno mascellare.

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